Russia17 novembre 2021 In Donbass i civili continuano a morire. Intervista esclusiva al capo della DNR Denis Pushilin
In Donbass i civili continuano a morire. Intervista esclusiva al
capo della DNR Denis Pushilin
di Eliseo Bertolasi
La guerra che dal 2014 continua
ad insanguinare le terre del Donbass non accenna a finire. Lo
sviluppo della situazione nelle ultime settimane mostra
un’intensificarsi delle azioni militari sulla linea di contatto da
parte dell’esercito ucraino. Purtroppo a pagare è soprattutto la
popolazione civile.
Il capo della Repubblica Popolare di
Donetsk, Denis Pushilin in un’intervista esclusiva ha parlato di
queste vittime civili, in particolare della morte dei bambini:
Quanti sono i
bambini che hanno perso la vita per mano dell’esercito ucraino
nella DNR e LNR durante gli anni del conflitto, quanti sono
diventati invalidi, sono rimasti senza genitori?
-
Dall’inizio
del conflitto armato nella Repubblica Popolare di Donetsk, sono
morti 91 bambini. Nella Repubblica Popolare di
Lugansk, come affermato dal capo della LNR Leonid Ivanovich
Pasechnik, sono morti altri 35 bambini. Cioè, nel
complesso sono morti 126 bambini.
In tutto, a causa del conflitto, hanno sofferto 268 bambini,
27 dei quali sono diventati disabili a causa dei colpi delle
formazioni armate ucraine. Altri 58 bambini sono rimasti
orfani, avendo perso i genitori a causa dello stesso conflitto.
Indubbiamente, questa è una cifra terribile. Questa è la
distruzione del mondo dell’infanzia. Questa è una tragedia
individuale per ognuno di quei bambini.
-
Attualmente i
bambini continuano a morire?
-
Purtroppo,
siamo costretti a constatarlo: la guerra non è finita e l’Ucraina
sta sempre di più adottano nuovi metodi di guerra, commettendo
crimini di guerra. Ad esempio, all’inizio di aprile, a seguito di
un ordigno lanciato da un velivolo senza pilota ucraino, è morto un
bambino non distante da Enakievo, nel villaggio di Aleksandrovskoe.
È difficile dire – qual è l’obiettivo perseguito dall’Ucraina,
lì non c’era alcun obiettivo militare. In sostanza, l’ordigno è
stato lanciato nel cortile di un edificio abitativo. Ahimè, questo
è ciò che ora sta direttamente accadendo nel quadro del conflitto.
Ovviamente ci sono pure i feriti. A Donetsk, quest’anno è stata
ferita anche una ragazzina di 11 anni.
-
Di
recente, le truppe ucraine hanno preso il villaggio di Staromarevka
dove vivono anche donne e bambini. Cosa li attende?
-
In effetti,
l’Ucraina, al momento, commettendo ogni sorta di crimine, ha
superato per l’ennesima volta il limite e ha preso, letteralmente
in modo sleale, l’insediamento di Staromarevka. Come mai? Perché
questo insediamento si trova proprio sulla linea di contatto e
nessuna forza armata dovrebbe trovarsi lì. Questi sono gli accordi.
Nonostante ciò, in tutto questo periodo la Repubblica Popolare di
Donetsk ha continuato a sostenere l’insediamento, fornendo tutti i
possibili servizi. Nel villaggio vivono circa 180 persone. Inoltre,
quando l’Ucraina ha preso questo insediamento, le persone, pur a
rischio della vita, ci hanno contattato, comunicando che le unità
ucraine hanno proibito loro di uscire da casa, hanno portato via i
passaporti della Repubblica Popolare di Donetsk e i passaporti della
Federazione Russa, hanno levato dalle auto le targhe della DNR, i
nostri numeri.
In realtà, questo è terrorizzare i civili, il
che è proibito da determinate convenzioni. In altre parole,
l’Ucraina non si ferma davanti a nulla e, al momento, possiamo
dire che le persone là sono tenute in ostaggio. Noi da parte nostra
adottiamo delle misure, nello specifico, il Ministero degli Affari
Esteri della Repubblica Popolare di Donetsk ha richiamato
l’attenzione di organizzazioni internazionali, in particolare del
Comitato Internazionale della Croce Rossa. Alle persone sono stati
portati dei viveri, poiché questo stava già diventando un
problema. Anche il carbone è stato fornito, per il
riscaldamento.
Ad oggi questo è tutto.
-
La leadership
della DNR, i parenti dei bambini uccisi e feriti, non stanno
tentando di portare la leadership ucraina davanti a tribunali
europei ed internazionali?
-
La Procura
Generale della Repubblica Popolare di Donetsk ha aperto più di
2mila procedimenti penali nell’ambito di crimini di guerra
commessi dall’Ucraina. Coloro che direttamente impartiscono ordini
sono personalmente conosciuti. Oltre a ciò, circa 6mila ricorsi
sono già stati presentati alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Inoltre circa 3mila ricorsi sono stati inviati alla Corte
Penale Internazionale.
Quest’estate, alcuni dei
ricorsi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo sono stati
rinviati per un approfondimento. Al momento sono in via di
definizione. C’è tempo fino alla fine dell’anno per far si che
dati più completi dei richiedenti vengano trasmessi alla CEDU. Vale
a dire, il lavoro, anche se non velocemente come vorremmo, è ancora
in corso. E qui c’è una certa speranza che la giustizia venga
ristabilita.
È inoltre nota la terribile storia di come ha
sofferto la nostra connazionale Anna Tuv. A
causa dei bombardamenti delle formazioni armate dell’Ucraina lei
ha perso il marito e la figlia di 11 anni, gli altri suoi
due figli più piccoli sono rimasti feriti. Lei stessa ha perso un
braccio. Quest’anno, a maggio, ha avuto l’opportunità di
parlare ad una riunione informale del Consiglio di Sicurezza delle
Nazioni Unite e di raccontare, per arrivare alla comunità
internazionale. Sfortunatamente, non tutti vogliono sentire, non
tutti vogliono capire e realizzare cosa sta facendo l’Ucraina,
perché i crimini di guerra continuano, perché non
c’è la dovuta valutazione da parte della comunità
internazionale. Ahimè, persino la storia capitata ad Anna Tuv,
purtroppo, non li tocca. Nel caso di Anna Tuv, abbiamo sicuramente
fatto del nostro meglio per far sì che questa storia potesse
raccontarla su diverse piattaforme. Più di una volta ha rilasciato
interviste a media stranieri, è intervenuta in diversi
paesi.
Inoltre, fondazioni di beneficenza italiane, così come
alcuni ambienti politici, l’hanno candidata per il Premio Nobel
per la Pace.
Qui, probabilmente, resta da dire una cosa: la
guerra non si fermerà fino a quando la comunità internazionale, o
meglio, i leader mondiali dei paesi più importanti, i leader dei
vari paesi, non riconosceranno che l’Ucraina ora sta commettendo
crimini di guerra, e non lo condanneranno.
-
Conosciamo
molto bene la storia di Anna Tuv. Noi in Italia abbiamo aiutato
molto questa ragazza *.
-
Per questo, a
Voi un ringraziamento speciale.
-
Questa ragazza
è sempre nei nostri cuori.
-
Le autorità
ucraine si sono mai scusate con i parenti dei bambini deceduti,
feriti e rimasti orfani?
-
La
risposta è breve: non ci sono scuse, non c’è alcun
rincrescimento, non c’è alcun rimorso. Con pretesti
convincenti, l’Ucraina continua a commettere la serie di crimini
iniziata nel 2014. Il più blando, probabilmente, che abbiamo già
sentito dal nuovo presidente Zelensky è quello che dovremmo
raccogliere le nostre cose. I cittadini che vivono qui dovrebbero
abbandonare le loro case, dovrebbero abbandonare la loro terra e
dovrebbero abbandonare i luoghi di sepoltura dei loro antenati, per
recarsi da qualche parte. In altre parole, in sostanza, il
significato nascosto di questo messaggio da parte del presidente
dell’Ucraina è la dichiarazione che se non ce ne andremo,
continueranno a sparare sulle nostre case, distruggeranno le nostre
infrastrutture, colpiranno le aree abitative. Questo è ciò che
vediamo da parte dell’Ucraina.
-
L’Ucraina
fornisce un qualche aiuto alle vittime, ai bambini orfani, che
considera suoi cittadini sul territorio del Donbass?
-
Non c’è
assolutamente nessun aiuto. Inoltre, l’Ucraina sta facendo tutto
il possibile per far si che le pensioni agli anziani non vengano
pagate, sebbene queste pensioni non siano un diritto dell’Ucraina,
ma un suo obbligo, poiché i pensionati, quando ancora lavoravano,
lo pagavano allo stato. Ma l’Ucraina, in tutti i modi, rende
praticamente impossibile ricevere questi importi meritati. Anche
dire che, in un qualche modo, aiutino per rimediare alle loro colpe,
ahimè, neanche per sogno e, probabilmente, poche persone lo
sperano.
-
Cosa dovrebbe
fare la comunità internazionale affinché i bambini del Donbass non
continuino a morire e a soffrire?
-
La
comunità internazionale dovrebbe rendersi conto di ciò che sta
succedendo sul territorio del Donbass già per l’ottavo anno.
C’è in atto un’aggressione da parte dell’Ucraina. Questo deve
essere riconosciuto, deve essere condannato pubblicamente, devono
essere prese tutte le misure possibili per impedirlo, anche dal
punto di vista economico. Poiché ora sta accadendo esattamente il
contrario, purtroppo, da parte della comunità internazionale. E la
comunità internazionale, in particolare i paesi garanti Germania,
Francia, con la loro condiscendenza, o il loro silenzio, o la
mancanza di condanna, aiutano l’Ucraina, la incalzano e,
probabilmente, slegano le mani dell’Ucraina in termini di crimini
di guerra. Fino a che la situazione qui non cambierà, fino a che
non ci sarà condanna, la guerra, ahimè, continuerà.
-
Molte grazie
per l’intervista.
Grazie a Lei.
Speriamo
che presto la situazione nel Donbass possa cambiare.
Aspettiamo
la pace.
-
*Il riferimento è alla ODV
“Aiutateci a Salvare i bambini” https://www.aasib.org/
Donetsk, la bandiera russa che sventola in piazza
Fonte:
https://www.stoletie.ru/tekuschiiy_moment/v_donbasse_prodolzhajut_gibnut_mirnyje_zhiteli_549.htm
Traduzione di Eliseo Bertolasi
>>>articolo originale online>>>
...
|