Mons. Viganò
16 novembre 2021

L’Arcivescovo Viganò replica a Francesco Boezi de Il Giornale

15 Novembre 2021

Egregio dott. Boezi,

il Suo articolo su Il Giornale, L’autogol tradizionalista sui vaccini, pubblicato domenica 14 Novembre, mi annovera tra i «no vax della Chiesa». Vedo che anche Lei parte in tromba bollandomi con un’etichetta che non mi corrisponde: innanzitutto perché quello contro la Covid19 non è un vaccino ma un siero genico sperimentale, e poi perché, avendo trascorso diversi anni in Africa, mi sono varie volte sottoposto a vere vaccinazioni prima di visitare villaggi colpiti da epidemie.

Anche Lei, quindi, si allinea alla “criminalizzazione del dissenso” ma aggiungendovi un interessante parallelo, che sottoscrivo: chi è contro la narrazione pandemica è anche contro il ruolo di Bergoglio come profeta del Great Reset. Questo elemento, a Suo modo di vedere, inficerebbe l’intero fronte “tradizionalista”, lasciando campo libero a quello “progressista”, quando invece conferma – e questo è ciò che vi disturba – la sua coerenza nell’identificare la stessa matrice eversiva tanto nelle limitazioni delle libertà costituzionali del Green Pass quanto nella propaganda bergogliana a favore del siero genico, addirittura indicandolo come «dovere morale».

La Sua valutazione non entra nel merito né della validità delle argomentazioni addotte per quanto riguarda l’emergenza pandemica e la campagna vaccinale, né della deriva dottrinale, morale e disciplinare del presente “pontificato”. Ella dà per scontate la narrazione pandemica, l’efficacia di un siero genico sperimentale dalle gravissime implicazioni morali e l’assoluta ortodossia di Bergoglio. Secondo Lei, «propendere per teorie anti-scientifiche e complottiste, soprattutto alla luce della provata efficacia dei vaccini anti-Covid19, comporta delle conseguenze», ossia l’estromissione della “componente tradizionale” – che sarebbe corretto chiamare Cattolica tout tourt – dalla vita della Chiesa, una volta finita la pandemia; un significativo parallelo con quanto già avviene in ambito civile.

Quella che Lei chiama «provata efficacia dei vaccini anti-Covid19» viene smentita dalla quotidiana riduzione dell’immunità che essi dovrebbero garantire; quelle che lei definisce «teorie anti-scientifiche e complottiste» sono il risultato di ricerche di illustri scienziati, tra cui lo stesso inventore della tecnologia mRNA, dott. Robert Malone; e quello che lei bolla come «complotto» è in realtà un progetto dichiarato pubblicamente dal World Economic Forum di Klaus Schwab e dall’Agenda 2030 dell’ONU. Mi stupisce da parte sua quest’opera di disinformazione sistematica, che tradisce un’assoluta incompetenza professionale, non esclusa una lucida malafede.

Mi preme poi sottolineare l’assunto secondo cui i “conservatori” e i “tradizionalisti” dovrebbero fare un calcolo meramente politico e di opportunità per convincersi ad appoggiare la narrazione pandemica, in modo da non rimanere estromessi dinanzi alla schiacciante vittoria del fronte “progressista”, che ha sposato le tesi ufficiali. Ma queste, caro Boezi, sono preoccupazioni Sue o di chi ha ispirato il Suo articolo, non certo mie. Per questo “fronte conservatore”, il fatto che Benedetto XVI si sia sottoposto a vaccinazione dovrebbe essere sufficiente a dimostrare l’affidabilità della posizione suggerita dai “moderati”, ad esempio con le opinabili tesi sulla liceità morale del siero genico espresse da alcune pubblicazioni recenti di area “conservatrice”, in netta opposizione alle dichiarazioni dell’Enciclica Caritas in veritate. Vedo che ancora una volta non si esita a strumentalizzare l’Emerito.

Questa valutazione rivela proprio quella mentalità mondana e secolarizzata che ha portato i vertici della Chiesa ad assecondare una mediocritas, una via di mezzo democristiana, inconciliabile con la fedeltà al Vangelo. Nelle questioni di Fede e di Morale, non è possibile servire due padroni, mercanteggiando la Verità cattolica in nome del compromesso; men che meno quando tale squallido atteggiamento si fonda sul timore di perdere potere e credibilità dinanzi ad una menzogna che, per quanto diffusa e ripetuta, non per questo diventa vera. In sostanza, Ella suggerisce di fare un calcolo politico opportunistico, dando per scontato il successo delle vaccinazioni, l’assenza di effetti avversi, e persino letali, del siero genico e l’inesistenza di un piano globale che usa la pandemia per instaurare un regime totalitario. E mi pare poco lusinghiero, per questi “conservatori”, essere considerati disposti a cedere a così basse argomentazioni solo per conservare un potere effimero e del tutto marginale, in un momento in cui occorre schierarsi senza equivoci.

Tra i “moderati” vi sono purtroppo alcuni opportunisti, che talvolta sono addirittura i primi ad accusare i “tradizionalisti” – e me tra questi – di alimentare «complottismo e dietrologia». Ma queste meschinità, lungi dal conferire autorevolezza o credibilità ad un assunto indimostrabile, sono già evidenti per chi ancora esercita un giudizio critico e non si vende ai fautori dell’agenda globalista temendo di privarsi delle sue prebende. Un’agenda, giova ricordarlo, che è intrinsecamente anticristiana e anticristica, e che si avvale della collaborazione dei vertici della Gerarchia e del suo capo, arruolato come piazzista di vaccini e sostenitore dell’ecologismo neomalthusiano, proprio perché li riconosce come alleati, confermando il tradimento che affligge il corpo ecclesiale.

Dovrebbe essere questa inquietante alleanza della corrotta Gerarchia ecclesiastica con i nemici di Dio a lasciare sconcertati, con l’aggravante di essere motivata da cortigianeria e non dal bonum commune per lo Stato e dalla salus animarum per la Chiesa. Poco importa «che tipo di peso politico avranno quelli che hanno propagandato l’anti-vaccinismo», o che «la voce degli sconfitti risulterà affievolita se non direttamente etichettata come macchiettistica» anche grazie al Suo contributo e a quello di sedicenti conservatori già ampiamente smascherati: la Verità, che è attributo di Dio, sta già emergendo nonostante l’accanita censura del mainstream. Chi si è asservito al sistema per ragioni di opportunismo dimostra di pensare che anche gli altri siano corruttibili come lui e disposti a vendersi al padrone di turno, e questo già lo qualifica. Il vero autogol, caro Boezi, l’ha fatto Lei, dimostrando di misconoscere l’indole dei Cattolici tout court, non certo disposti a far mercato dei propri principi.

La prego di pubblicare quanto prima questa mia lettera, dandomi modo di rispondere al Suo articolo, come si addice ad un quotidiano che si vuole rispettoso del libero confronto delle idee.

Con osservanza,

+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo








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