L'arcivescovo di Los Angeles José Gomez ha detto che è in atto uno sforzo deliberato “per cancellare le radici cristiane della società e per sopprimere ogni rimanente influenza cristiana”.

In un potente video discorso al Congresso su I Cattolici e la vita pubblica a Madrid, l'arcivescovo Gomez ha detto giovedì 11 novembre che “è sorta nei nostri paesi una classe dirigente che ha poco interesse per la religione e nessun vero attaccamento alle nazioni in cui vivono o alle comunità locali tradizioni o culture”. “Questo gruppo, che ha responsabilità nelle grandi società del settore economico, nei governi, nelle università, nei media e nelle istituzioni culturali e professionali, vuole stabilire quella che potremmo chiamare una civiltà globale”, ha avvertito l'arcivescovo. “In questa élite, che ha una certa visione del mondo, non c'è bisogno di sistemi di credenze e religioni antiquate”, ha continuato. “In effetti, per come la vedono loro, la religione, in particolare il cristianesimo, intralcia solo la società che sperano di costruire”. Nella sua critica alla “cancellazione della cultura” e alla linea del “politicamente corretto”, Gomez ha affermato che “spesso ciò che viene cancellato e modificato sono le prospettive radicate nelle credenze cristiane - sulla vita umana e sulla persona umana, sul matrimonio, sulla famiglia e altro”. Nella società moderna, “Lo 'spazio' che la Chiesa e i credenti cristiani possono occupare si sta riducendo”, ha lamentato. “Le istituzioni ecclesiastiche e le imprese di proprietà cristiana sono sempre più messe alla prova e vessate”. “Lo stesso vale per i cristiani che lavorano nell'istruzione, nella sanità, nel governo e in altri settori”,

ha aggiunto. “Si dice che mantenere certe credenze cristiane sia una minaccia per le libertà, e persino per la sicurezza, di altri gruppi nelle nostre società”. Il progetto di secolarizzazione radicale, che è anticristiano nelle sue radici, ha subito un'accelerazione durante la pandemia di coronavirus, ha affermato l'arcivescovo. “Penso che la storia guarderà indietro e vedrà che questa pandemia non ha cambiato le nostre società tanto quanto ha accelerato tendenze e direzioni che erano già in atto”, ha osservato. “I cambiamenti sociali che potrebbero aver richiesto decenni per essere attuati si stanno ora muovendo più rapidamente sulla scia di questa malattia e delle risposte delle nostre società”. “I nuovi movimenti e ideologie sociali di cui parliamo oggi sono stati seminati e preparati per molti anni nelle nostre università e istituzioni culturali”, ha affermato. “Ma con la tensione e la paura causate dalla pandemia e dall'isolamento sociale, e con l'uccisione di un uomo di colore disarmato da parte di un poliziotto bianco e le proteste che sono seguite nelle nostre città, questi movimenti si sono completamente scatenati nella nostra società”. “. . . i sistemi di credo politico basati sulla giustizia sociale o sull'identità personale sono arrivati ​​a riempire lo spazio che un tempo occupavano il credo e la pratica cristiana”, ha affermato l'arcivescovo. “ In qualsiasi modo chiamiamo questi movimenti – ‘giustizia sociale’, ‘risveglio’, ‘politica dell’identità’, ‘intersezionalità’, ‘ideologia del successore’ – affermano di offrire ciò che già la religione offre”. “Gli architetti di questo movimento cercano di sostituire la storia cristiana con quella che potremmo chiamare la storia del ‘risveglio’ o la storia della ‘giustizia sociale’ ”, ha affermato.

“Le teorie e le ideologie critiche di oggi sono profondamente atee”, ha osservato Gomez. “Negano l'anima, la dimensione spirituale, trascendente della natura umana; o pensano che sia irrilevante per la felicità umana”. Invece, “riducono ciò che significa essere umani a qualità essenzialmente fisiche: il colore della nostra pelle, il nostro sesso, le nostre nozioni di genere, il nostro contesto etnico o la nostra posizione nella società”, ha dichiarato.