Contro IL Deep State
18 giugno 2021 Mosca continuerà a rafforzare l'alleanza con la Cina indipendentemente dal vertice di Ginevra L'aquila imperiale russa bifronte. Verso Est e verso Ovest L’establishment americano (non esattamente l’oligarchia globalista alta) non riesce a risolvere il dilemma che ha fatto morire il povero Zbigniew Brzezinski di crepacuore. Non riescono a dividere Russia da Cina. Ma soprattutto vedono che i grandi progetti che avevano per la Cina, i grandi sogni dei Rockefeller, Rothschild, Sassoon e la Banda Yale (i vecchi guerrieri dell’oppio) di plasmare la Cina a loro immagine e come il nuovo gigante scemo da usare a piacimento (e da sostituire agli USA non docili a sufficienza), non sta riuscendo. La corrente nazionalista è più forte che mai e può dire da un momento all’altro: "grazie per la tecnologia e tutto il resto ma non facciamo più i vostri comodi (compreso il lavoro sporco per la guerra biologica)". Su questa base Putin può avere una vera alleanza o comunanza di interessi con la Cina. Compreso il livello militare, spaziale e nuove armi.
Con il golpe delle elezioni Usa rubate e il coronavirus, l’oligarchia pensava di poter arrivare al blitzkrieg risolutivo che avrebbe distrutto l’opzione Trump (che adesso invece è in grande ascesa), per poi passare alla distruzione di Putin con la minaccia di una guerra vera in Ucraina in alleanza con la NATO e gli ascari europei. Questo è quello che voleva il vecchio British Empire. Ma Putin ha vinto la guerra già un paio di mesi fa quando ha chiarito che militarmente avrebbe contrattaccato in Ucraina e gli strumenti militari a disposizione dell’oligarchia erano assolutamente insufficienti a fare qualsiasi guerra che non fosse di tipo coloniale (come contro la Libia o l’Afghanistan - e anche lì fanno cilecca…). Da lì si è passati al contrordine . Il pupazzetto Biden che era stato programmato a fare il duro castigamatti (“Putin killer” e alleanza euro-atlantica per la guerra alla Russia) era stato tempestivamente riprogrammato a chiedere col cappello in mano un understanding (intesa) con lo stesso Putin. Che Putin aveva concesso con studiata e prolungata riluttanza, il che aveva terrorizzato l'oligarchia, il Deep State e l'establishment. Il grande cambiamento non era dovuto a manovre dei media o robetta del genere. Ma a una manovra a medio e lungo termine di Putin che aveva battuto tutti i trucchi e le pianificate aggressioni del Deep State USA che ha cercato in tutti i modi di compiere la missione loro assegnata dall'Oligarchia alta. Missione fallita!
Ora Putin si è piazzato solidamente come un'aquila imperiale bifronte russa. Può giostrare sia ad est che ad ovest. E il suo piano di influenzare positivamente gli USA è più “vitale” che mai. Un bel passo avanti nella aedificanda coalizione internazionale di stati sovrani contro l'oligarchia globalista. I più superficiali pensano che sia un colpo per Trump. Ma, nella realtà, è tutto il contrario. Geniale certamente, ma quasi facile se si pensa alla caprina incompetenza degli strateghi che si trova di fronte. Il summit di Ginevra è stata una grossa vittoria per Putin, che sarà completata con il ritorno in scena di Trump più presto di quanto ci si possa aspettare. E qui la vera agenda diventa molto più ambiziosa di una vittoria dei “russi sugli americani” (categorie abbastanza infantili). La vera agenda è quella adombrata da Viganò (che infatti loda - “ispira”? — sia Putin che Trump). Una batosta di dimensioni epocali e apocalittiche all’oligarchia luciferino-globalista. Possiamo sbagliare, ma forse vedremo sviluppi drammatici nella leadership USA. I
cosiddetti neocon e i liberal obamiani, clintoniani,
bushiani si trovano
in una brutta situazione.
*** Mosca continuerà a rafforzare l'alleanza con la Cina indipendentemente dal vertice di Ginevra
Secondo Lu Xiang, esperto di affari statunitensi presso l'Accademia cinese delle scienze sociali, Washington potrebbe cercare di allentare le tensioni facendo concessioni sul gasdotto russo Nord Stream 2 alla Germania, a cui gli Stati Uniti si sono fortemente opposti. “Biden metterà alla prova Putin e proverà a fare uno scambio con Putin nel tentativo di dividere le relazioni tra Cina e Russia”, ha detto Lu. Tuttavia, Mosca continuerebbe a perseguire legami più stretti con Pechino e potrebbe esserci un maggiore impegno nella seconda metà dell'anno.
HONG KONG, /TASS/. Mosca e Pechino, entrambe alle prese nello scontro con l'Occidente, non vedono altra scelta che continuare a rafforzare la loro alleanza indipendentemente dall'esito del vertice russo-statunitense di Ginevra, ha detto Shi Yinhong, professore di relazioni internazionali alla Renmin University di Pechino, come riferisce il South China Morning Post. “Nel clima attuale, Cina e Russia non hanno altra scelta che rafforzare la loro cooperazione strategica, militare e diplomatica”, ha affermato l'analista. Secondo lui, la NATO e il G7 hanno causato un maggiore antagonismo tra Stati Uniti e Russia con il loro comunicato, e i colloqui di Ginevra potrebbero fare poco per cambiare la situazione. “Biden vuole ribadire la posizione dura degli Stati Uniti quando si reca a Ginevra”, ha detto Shi. L'esperto ritiene che il controllo degli armamenti sarà al centro dell'attenzione dopo che le due parti hanno concordato a gennaio di estendere il nuovo trattato START che limita le armi nucleari. “Forse parleranno di misure per prevenire il deterioramento del controllo degli armamenti”. Secondo Lu Xiang, un esperto di affari statunitensi presso l'Accademia cinese delle scienze sociali, Washington potrebbe cercare di allentare le tensioni facendo concessioni sul gasdotto russo Nord Stream 2 alla Germania, a cui gli Stati Uniti si sono fortemente opposti. “Biden metterà alla prova Putin e proverà a fare uno scambio con Putin nel tentativo di dividere le relazioni Cina-Russia”, ha detto Lu. Tuttavia, Mosca continuerà a perseguire legami più stretti con Pechino e potrebbe esserci un maggiore impegno nella seconda metà dell'anno. (...) Secondo il servizio stampa del capo di Stato russo, i due leader hanno messo sul piatto le condizioni e le prospettive per promuovere ulteriormente le relazioni Russia-USA, questioni di stabilità strategica, nonché questioni urgenti nell'agenda internazionale, tra cui la cooperazione nella lotta alla pandemia di coronavirus e appianare i conflitti regionali. Questo è il primo incontro faccia a faccia tra Putin e Biden da quando il presidente degli Stati Uniti è entrato in carica. >>>articolo originale online>>> ... |